Cosa vuol dire protocollo evidence-based
Si sente spesso parlare di terapie efficaci, basate sull’evidenza, interventi inseriti nelle linee guida. Ai non addetti ai lavori queste espressioni possono risultare poco chiare, tuttavia è importante conoscerle soprattutto per chi sente la necessità di rivolgersi a un professionista. Nel campo della psicologia clinica e della psicoterapia esistono differenti approcci che mirano a agire sui sintomi presentati dal paziente con modalità molto differenti. Se l’obiettivo finale, di miglioramento del benessere della persona, è universalmente condiviso, professionisti diversi possono usare strade molto lontane tra loro per raggiungerlo. In questo mare di approcci, scuole, interventi, come si può scegliere il professionista giusto per la propria problematica? Innanzitutto, è possibile orientarsi su tecniche evidence-based, ovvero interventi che sono risultati efficaci in seguito a ricerche e studi scientifici divulgati all’interno della letteratura di settore.
Le linee guida e i protocolli efficaci
Per capire se un intervento, una tecnica o un approccio che ci viene proposto dal terapeuta sia quello giusto per la propria situazione è necessario seguire alcuni semplici accorgimenti. Innanzitutto, è necessario rivolgersi a dei professionisti per avere una definizione chiara del proprio malessere. L’esito di una valutazione testistica o di un approfondimento del quadro diagnostico nella prima fase della terapia può aiutarci a capire meglio quali siano le aree interessate dal disagio provato. L’intervento che i terapeuti di PsicoLogica propongono in seguito a questa prima fase rientra tra le tecniche suggerite dalle linee guida internazionali. Sul sito www.nice.org.uk si possono trovare le linee guida per i trattamenti risultati efficaci nei diversi disturbi. I membri del NICE passano in rassegna sistematicamente tutti gli studi scientifici pubblicati a livello internazionale e verificano quali siano i protocolli che hanno mostrato una sicura validità nel trattamento dei diversi disturbi.
Il lavoro per obiettivi e l’uso dei protocolli
La gerarchia di obiettivi concordata con lo psicoterapeuta può comprendere l’uso di protocolli ben definiti, con un numero specifico di mesi previsti per il trattamento. Tuttavia, a volte l’obiettivo concordato tra terapeuta e paziente non è strettamente connesso a una diagnosi, ma può interessare alcuni tratti della personalità, o essere focalizzato sul miglioramento di determinate abilità. Anche in questo caso le tecniche utilizzate appartengono a un set di strumenti che il terapeuta apprende durante la scuola di specializzazione post laurea, strumenti che hanno mostrato una solida validità. Durante il percorso psicoterapeutico gli obiettivi vengono sistematicamente verificati, discussi e eventualmente ridefiniti.
Le terapie efficaci
Gli studi che vengono effettuati per verificare l’efficacia di un protocollo analizzano i cambiamenti che si verificano in determinate variabili (come ansia, rimuginio, presenza di attacchi di panico) prima e dopo il trattamento stesso. I protocolli risultano efficaci se, al replicare dello studio, si ottengono risultati simili. Per questo motivo più il protocollo viene applicato su larga scala più si consolida la sua efficacia. Capita spesso che, in questo modo, diversi interventi vengano definiti come efficaci nel trattamento di un determinato disturbo. In questo caso è possibile informarsi sui diversi approcci citati dalle linee guida e scegliere quello maggiormente in linea con la propria idea di terapia e le proprie aspettative.
Quando una terapia non è efficace
A volte si può avere la percezione di non fare progressi o di non raggiungere i miglioramenti desiderati. Innanzitutto è fondamentale condividere questi dubbi con il proprio terapeuta, con cui si possono identificare eventuali criticità. Talvolta si riscontrano aspettative molto elevate di cambiamento, o obiettivi personali estremamente elevati che non si possono tradurre in mutamenti repentini. Chiarire con il terapeuta quali sono le nostre aspettative e come vorremmo vederci a fine terapia offre la possibilità di creare un percorso condiviso e strutturato. Altre volte gli obiettivi della terapia non vengono raggiunti a causa di fattori, esterni o interni, che ostacolano il procedere del percorso. In questi casi può essere utile ridefinire l’obiettivo e, se necessario, spostare momentaneamente l’intervento su aspetti maggiormente urgenti. Per esempio, può succedere che, mentre si sta seguendo in terapia un protocollo per una specifica problematica, un evento improvviso (la perdita di una persona cara, una promozione sul lavoro) rende prioritaria la discussione di altri aspetti.
Cosa mi aspetto a fine terapia
Al termine di un percorso psicoterapeutico, la persona ha generalmente raggiunto gli obiettivi che erano stati concordati all’inizio della terapia e riesce a vedersi in un modo diverso. Attenzione: la psicoterapia non cambia la personalità, ma offre degli strumenti in più, che prima non avevamo, per affrontare gli eventi della vita quotidiana in modo più efficace. Qualora certi tratti della personalità si presentino in maniera rigida e pervasiva, la psicoterapia può mirare a renderli maggiormente flessibili, in modo che non causino disagio, né impediscano il raggiungimento delle proprie mete. Nel momento in cui si giunge alla fine della terapia è importante provare a mettersi in gioco in modo autonomo, continuando a sperimentare e coltivare le nuove strategie. L’esercizio delle abilità apprese è ciò che maggiormente determina il mantenimento dei risultati raggiunti anche dopo molto tempo dalla fine del percorso. Con il terapeuta è possibile prevedere sedute di follow-up, volte proprio a verificare come la persona si muove in autonomia e eventualmente riprendere alcuni concetti chiave che sono stati importanti nel corso della terapia.
Agire in autonomia
L’obiettivo di ogni percorso psicoterapeutico è che il paziente arrivi a poter muoversi nel mondo con nuovi strumenti di gestione degli stati d’animo negativi, con modalità efficaci di affrontare eventi avversi e con capacità di interagire con le altre persone. A volte per raggiungere questo obiettivo è sufficiente un breve intervento mirato su uno specifico sintomo. In altri casi è necessario verificare l’origine delle proprie difficoltà, evidenziare schemi, comportamentali e emotivi, poco utili, ma applicati a lungo (perché non ci era possibile vedere alternative, o perché in quel momento, con le conoscenze che avevamo, erano effettivamente la scelta migliore). In queste situazioni il lavoro terapeutico è spesso più approfondito e coinvolge la storia della persona, comprendendo le relazioni con la famiglia di origine. Anche in questi casi si procede per obiettivi e attraverso metodologie chiare, condivise e con una forte base scientifica.